How to mount Moto G on Ubuntu using MTP

Moto G is an Android smartphone that does not have a microSD slot. So, the storage of the smartphone cannot be extended. If you want to transfer files between your Ubuntu computer and the Moto G, there are 3 possible ways to do that: FTP over wireless, PTPover USB and MTP over USB.

If your Ubuntu computer has wireless, I highly recommend using FTP over wireless. It is convenient (no wires!), offers good transfer speed and the entire /sdcard contents are available for read and write.

If your Ubuntu computer does not have wireless, then your next option is to use a micro-USB-to-USB cable. The choices here are PTP and MTP. You can enable and switch between the two after you connect Moto G to your computer using a USB cable. If you enable PTP, then Moto G is automatically mounted as a partition in Nautilus. However, you will only be able to see the /sdcard/DCIM and /sdcard/Pictures directories. If you are transferring photos, then this option offers good transfer speed.

If your Ubuntu computer does not have wireless and you still want to read and write to the contents of /sdcard then the option left to you is MTP. Note that with MTP, Moto G takes a really long time to mount and the transfer speeds are really really low. It can take ages to transfer even a small file. You have been warned! 🙂

There are many solutions offered online to mount the contents of /sdcard using MTP.This solution is the only one that worked for me:

  • Install the MTP packages:
$ sudo apt-get install mtp-tools mtpfs
  • Connect Moto G using a USB cable to your computer. Make sure MTP is selected, and not PTP. 
  • Find out the vendor ID and product ID of Moto G using mtp-detect. For my smartphone I got:
$ sudo mtp-detect
Unable to open ~/.mtpz-data for reading, MTPZ disabled.libmtp version: 1.1.3

Listing raw device(s)
Device 0 (VID=22b8 and PID=2e82) is UNKNOWN.
Please report this VID/PID and the device model to the libmtp development team
   Found 1 device(s):
   22b8:2e82 @ bus 1, dev 12
Attempting to connect device(s)
Android device detected, assigning default bug flags

You need to press Ctrl+C to stop the command. For the Moto G, you can see that the vendor ID is 22b8 and product ID is 2e82.

  • Open a new file /etc/udev/rules.d/51-android.rules using sudo and add this line:
SUBSYSTEM=="usb", ATTR{idVendor}=="22b8", ATTR{idProduct}=="2e82", MODE="0666"
  • Restart the USB service and create a directory to mount the Moto G:
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$ sudo service udev restart
$ sudo mkdir /media/motog
$ sudo chmod a+rwx /media/motog
$ sudo adduser your-user-name fuse
  • Open the /etc/fuse.conf file as sudo and uncomment the line foruser_allow_other 
  • Restart your computer. Connect back the Moto G to the computer.
  • You can now mount the /sdcard of your Moto G using this command:
$ mtpfs -o allow_other /media/motog/

Note that the mounting operation is slow and might take about a minute.

  • You can find all the directories and files in /sdcard of Moto G in /media/motog. You can read and write to these directories. 
  • To unmount use this command:
$ fusermount -u /media/motog/

That is it! You may want to create aliases for the mount and unmount command to make it easy to use 🙂

Note: You will not get the USB mass storage option in Moto G since that can be provided for external storage, not for partitions from which the Linux kernel is currently running. And in any case, you will need root access on the phone to touch those directories.

Tried with: Moto G and Ubuntu 12.04

Apps di successo in poche mosse

Esistono strumenti e nuove opportunità tecnologiche per riscuotere successo con un’app, a partire dall’indicizzazione delle applicazioni. Ecco cosa deve sapere uno sviluppatore per portare un’app in classifica

Indovinare il successo con un’app non è per niente facile: dipende dalla categoria, dalla fascia di prezzo, dal marketing e dal passa-parola. I download dagli App Store Mobili saliranno a quota 102 miliardi nel 2013, in crescita rispetto ai 64 miliardi del 2012. Le apps gratuite deteranno il 91% dei download complessivi del 2013, mentre gli acquisti in-app o in-app purchases (IAP) saliranno dall’11% del 2012 al48% dei ricavi degli app store dal 2017. Gli acquisti in-app (IAP) traineranno il 17% del fatturato degli store nel 2013, per crescere al 48% nel 2017. Si prevede che gli app store combinati di iOS e Android deterranno il 90% dei download globali nel 2017. Inoltre gli utenti pagano solo se soddisfatti e gli sviluppatori devono lavorare sodo per guadagnare, scommettendo su un buon design e sulleprestazioni delle loro applicazioni.

Ma chi realizza apps deve tenere conto che è in atto la convergenza di quattro potenti forzesocial, mobile, cloud ed informazione continuano a trainare il cambiamento e a creare nuove chance.

Tuttavia esistono strumenti e nuove opportunità tecnologiche per riscuotere successo con un’app, innanzitutto collegandola a un sito. Innanzitutto bisogna comprendere come viene utilizzato un sito Web tramite i social network (chi condivide determinato contenuto e attraverso quali canali). Shareaholic è uno  strumento prezioso di Web Analytics anche se è solo uno dei tanti strumenti a disposizione degli espertoni di usabilità per cercare di capire ed ottimizzare il funzionamento dei diversi canali della comunicazione digitale.

SimilarWeb invece, pur non offrendo dati quantiativi precisi ma solo approssimativi, sorprende per la precisione con cui misura l’andamento (trend), mentre la funzione App Indexing for Google Searchriesce a stupire gli addetti ai lavori.

Permette di collegare il proprio sito Web alla corrispondente app in modo tale che quando emerge un determinato risultato di ricerca, l’utente finale abbia la possibilità di aprire anche l’app a cui fa riferimento il risultato nella serp di Google (serp significa Search Engine Results Page). L’indicizzazione delle apps rappresenta un’altra freccia al proprio arco che permetterà a Google di consolidare ulteriormente il suo primato nei mercati dell’OS mobili.

Fonte: http://www.itespresso.it

Creare apps Android con Eclipse

La seguente guida vuole mostrare i primi passi per realizzare un ambiente di sviluppo per applicazioni Android basato sul software Eclipse. La guida è valida per sistemi operativi GNU / Linux, Microsoft Windows e OSX.

Eclipse è un ambiente di sviluppo integrato multi-linguaggio e multipiattaforma. Ideato da un consorzio di grandi società quali Ericsson, HP, IBM, Intel, MontaVista Software, QNX, SAP e Serena Software, chiamato Eclipse Foundation sullo stile dell’open source.
Eclipse può essere utilizzato per la produzione di software di vario genere, si passa infatti da un completo IDE per il linguaggio Java (JDT, “Java Development Tools”) a un ambiente di sviluppo per il linguaggio C++ (CDT, “C/C++ Development Tools”) e a plug-in che permettono di gestire XML, Javascript, PHP e persino di progettare graficamente una GUI per un’applicazione JAVA (Eclipse VE, “Visual Editor”), rendendo di fatto Eclipse un ambiente RAD.

1. Download e installazione di Eclipse
Per prima cosa è necessario prelevare ed installare il software.
Il software è ospitato presso il server centrale del programma, raggiungibile al seguente url:http://www.eclipse.org/downloads/
Sarà necessario scaricare la versione “Classic” ovvero la versione “vergine” del software.

The classic Eclipse download: the Eclipse Platform, Java Development Tools, and Plug-in Development Environment, including source and both user and programmer documentation

Nel momento in cui viene scritta questa guida l’ultima versione disponibile è la 4.2.2. La versione scaricata dal server ovviamente sarà in formato eseguibile precompilato.

2. Primo avvio e intallazione degli ADT plugin
Avviamo Eclipse (d’ora in avanti lo chiameremo IDE).
Per installare il plugin Eclipse ADT basta seguire questi tre semplici passi:

    1- Andate su Help/Install new software dalla barra dei menu
    2- Selezionate “Add” e specificate il nome del repository (per esempio “ADT plugin”)
    3- Inserite il seguente link https://dl-ssl.google.com/android/eclipse nel campo denominato “location folder”

Fatti questo vi verrà chiesto cosa installare dal repository tra:

    – Developer tools
    – Ndk plugins

Per i principianti sono sufficienti i Developer tools. Selezionati quest’ultimi basterà premere avanti finché l’operazione e l’installazione di essi non sarà conclusa. Al termine dell’installazione verrà richiesto il riavvio (operazione automatica) dell’IDE.

3. Selezione ed installazione API sulla quale basare l’app
Per selezionare la versione API sulla quale basare la nostra app sarà sufficiente spostarsi sul menu alla voce:
Window >> Android SDK manager
Selezionando questa voce otteniamo una schermata simile alla seguente:

API_ECLIPSE.png

Nel momento in cui scrivo la guida le API più recenti sono le 4.2.2, ovviamente se volete sviluppare una app per il vostro tablet/smartphone dovrete selezionare le API adeguate. Una volta selezionate, procedere con l’installazione.

4. Creazione di un nuovo progetto
Per la creazione della nostra prima app è necessario generare un progetto spostandosi nel menu alla voce:
File >> New >> Project
e nella categoria “Android”, selezionate “Android Application Project”.

android_project.png

In seguito vi verranno chieste informazioni varie quali nome dell’applicazione, nome del progetto, nome del pacchetto e le API minime/massime di compatibilità. Nell’esempio sotto riportato si impone un sistema Android superiore o uguale al 4.0.

android_project_sp1.png

Successivamente vengono chieste altre informazioni quali il tema da adottare e l’icona della app.
Arrivati a questo punto avete la massima libertà di programmazione della vostra applicazione.

5. Creazione/Esportazione dell’apk
Una volta terminata la vostra applicazione sarà possibile crearne l’eseguibile con la funzione Export (nel menu File).

android_exp1.png

Successivamente viene chiesto quale progetto esportare, e vi verrà richiesto di creare una keystore. La posizione del file può essere a vostra scelta, l’importante è che il file si chiami .keystore e che contenga una password di almeno 6 caratteri.
Successivamente vi verrà richiesto di inserire tutti i dati relativa all’app e all’autore (NB.inserite la stessa password inserita per generare il file .keystore).
In fine verrà chiesta la posizione dove creare il file apk. Se il progetto contiene errori di compilazione, ovviamente, l’apk non verrà generato.

Prossimamente proseguirò questa discussione ampliando la guida.
Hola

Da seguire su: Linux MX