Quanto è grave, al giorno d’oggi, non conoscere le basi della programmazione? La risposta la lasciamo a una colossale ricerca effettuata negli Stati Uniti su qualcosa come 26 milioni di offerte di lavoro postate online. L’analisi, diffusa questo mese da Burning Glass e Oracle Academy, ha rivelato che metà dei posti di lavoro al top per retribuzione (dai 57mila dollari in su l’anno) richiede almeno le nozioni di base dei linguaggi di programmazione. In particolare SQL, Java, JavaScript, C# e Python.
Attenzione, perché non stiamo parlando di lavori legati strettamente alla tecnologia digitale. L’informatica è oggi presente in ogni tipo di industria, spiega Alison Derbenwick Miller, vicepresidente di Oracle Academy, e questo significa che saper programmare è un tipo di competenza richiesto in molteplici campi. Chimica, fisica, biologia, marketing, ingegneria, comunicazione, banking, assicurazioni: oggi sono innumerevoli i settori in cui si ha a che fare con i big data, e quindi con nozioni base di “coding”. E saper programmare con i controfiocchi, come sottolinea la ricerca di Burning Glass e Oracle Academy, è fondamentale almeno per sei professioni specifiche: operatori IT, analisti di dati, scienziati, ingegneri, artisti e designer.
Saper fare di “coding” significa anche guadagnare di più. L’analisi condotta da Burning Glass e Oracle Academy sui “big data” delle ricerche di lavoro evidenzia come le professioni che richiedono nozioni di programmazione offrano stipendi superiori di circa 22mila dollari l’anno (84mila dollari in media contro i 62mila dei mestieri “coding free”). Non solo. Le professioni legate in qualche modo alla programmazione – oltre sette milioni di posti nel 2015 solo negli Stati Uniti – crescono secondo la ricerca a una velocità del 12% superiore a quella media di mercato.
Programmare significa automatizzare lavori ripetitivi e trovare soluzioni a problemi ritenuti impossibili da risolvere, spiega Mike Grassotti, capo del settore IT a LiftForward, azienda di New York che offre prestiti a Pmi. «E’ la nuova alfabetizzazione – riassume l’italoamericano – : il “coding” diventerà presto un requisito di base della formazione, proprio come oggi lo è il saper leggere e scrivere».
La morale? E’ che anche stavolta Steve Jobs è stato profetico. In un’intervista televisiva di oltre vent’anni fa il padre della Mela aveva proclamato che «Ogni persona in questo Paese dovrebbe imparare come si programma, perché è qualcosa che ti insegna a pensare». Era il lontano 1995. Un anno e mezzo dopo Jobs sarebbe tornato in Apple, rivoluzionando le nostre vite con l’iMac, l’iPod, l’iPhone e l’iPad.
Fonte: Il Sole 24 ore